Tra metamorfosi e combustioni

Una pausa di riflessione particolarmente meditata e forse anche sofferta, ma estremamente efficace e produttiva.
Dopo un itinerario di routine, la eclettica e versatile letterata-pittrice Irene Albano ha trovato una sua personale dimensione pittorica che la colloca in uno spazio privilegiato nel mondo dell’arte con una nuova e prorompente collezione. Ai pur brillanti primordi, che hanno contribuito a proiettarla nel settore nobile dell’arte, e la necessaria indispensabile fase di studio che ha privilegiato i paesaggi sonori, gli ambiti familiari, gli scorci e i volti di Madonne e di persone, Irene Albano, senza dare luogo ad una riflessione e ispirazione traumatica delle sue tematiche, ha scoperto quella che è forse la sua vena artistica più naturale, plasmando soggetti e tematiche dall’alto di una tecnica nuova, diversa, originale e decisamente personale, che non trova riscontri in altri artisti. Nessuna adesione alle avanguardie o alle mode pittoriche novecentesche dell’espressionismo e astrattismo, ma, sebbene velati di ispirazioni e dimensioni oniriche e della psicoanalisi più prorompente, i soggetti e le tematiche raffigurati e rappresentati dall’artista lucana sono un libro aperto, di facile lettura ed analisi che lasciano ampio margine di interpretazione. La tecnica originale, che modella e scolpisce, in un disegno lineare e limpido, volti di donne dalle labbra carnose e dai profondi ed espressivi occhi neri, fiori e paesaggi solo apparentemente lunari ma molto legati al reale e al quotidiano, fa oggi di Irene Albano una delle interpreti più fascinose e suggestive dell’arte moderna, soprattutto quando si avvale di una forma artistica in cui pittura e scultura sembrano fondersi e mai confondersi, sviluppando una serie di quadri suggestivi ed accattivanti. Dopo la”Terza Metamorfosi” ed altre personali, con le “Combustioni/ Opere 2011-2012”, si evidenzia chiaramente il nuovo percorso d’arte di Irene Albano. Si tratta di una svolta, preceduta da varie stagioni artistiche, che si concentra sulla materia come stratificazione, sedimentazione di storia e di vissuto, attraverso l’uso di materiali legati al proprio genus loci e materiali poveri con una decisa sensibilità ai problemi dell’ambiente.
Giuseppe Coniglio