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I segni accesi della mente

Non conosco l’artista Irene Albano. Ho sentito della sua arte da pittori materani qualche tempo fa.
Sfoglio il catalogo e le note biografiche per la sua personale a Potenza, mentre lei con il marito allestiscono la mostra: mi sorprende quanta contaminazione corra fra la vicenda biografica e la stessa invenzione lirica che si tenta di salvare nelle opere.

Una volta allestita la personale mi dedico a guardarle.

M’accorgo che nel segno comunicativo che s’offre allo spettatore appare la parola. Non perchè le opere abbiano tracce didascaliche, tutt’altro, ma conservano le visioni di quella vicenda accennata nella biografia, per sottrarle all’eterno silenzio e conferire loro una qualche valenza significativa universale.

Si  capisce allora che la vita nei calanchi, l’allucinante splendore dei colori infuocati dalle estati senza ombra, i passi a ricordare solo la frescura serale delle madri che si raccontano o dei banom’ che smaledicono davanti al bar della piazza col tenentino e l’appuntato dei carabinieri cotto dal sole, conserva intatta le passioni  nate da quella terra materana che la spingono a creare  le sue opere in simbiosi con gli elementi della natura.

Le tele di Irene Albano offrono il colore unico, sfumato, intenso quasi a ricordare il fuoco. Ed è proprio col fuoco che l’artista lavora materialmente le sue opere.

Il fuoco che allude all’esistenza umana, che di continuo si consuma nell’ardore dei sentimenti, delle passioni, dei sogni via via destinati a diventare quasi sempre cenere.

La materia, appunto, che l’artista lavora viene sottoposta all’azione distruttrice del fuoco, e sublima sé stessa in colore e luce, riportando lo spettatore attonito a considerare mentalmente la formazione delle cose nell'universo e dell'universo stesso: allontanando da noi l'angosciosa ipotesi del nulla o della distruzione con il riproporci il fenomeno della continua trasformazione della materia in energia.

Finisco di guardare la personale e mi sento di affermare che come ogni artista che ha percorso la strada della ricerca, Irene Albano m’ha offerto con generosità e talento un suo modo di vedere il mondo, visione che possiamo per un attimo adottare attraverso la visione dei suoi quadri.

Mariano Paturzo